Molto importanti, e pienamente condivise da CIAI, le conclusioni a cui sono arrivati i 250 esperti provenienti da 74 nazioni e le 18 organizzazioni internazionali che hanno dato vita a L’Aja, dall’8 al 12 giugno scorso, ai lavori della Special Commission. Scopo dell’incontro, valutare l’effettiva applicazione della Convenzione sulla protezione dei bambini e la cooperazione in merito all’adozione internazionale.
Ecco i punti focali emersi dalla relazione finale dei lavori della Special Commission e le indicazioni su come migliorare le adozioni internazionali.
- Viene riconosciuta l’importanza del ruolo degli Enti Autorizzati ed evidenziata l’incompatibilità fra Convenzione e adozioni private, con un invito agli Stati membri ad escludere la possibilità di farne ricorso.
- Si ritiene deciso puntare alla professionalità dei servizi per l’adozione per migliorare le adozioni e prevenire possibili fallimenti. Gli enti autorizzati devono avere un’adeguata preparazione soprattutto per l’adozione di bambini con bisogni speciali, sempre più numerosi, in merito alla valutazione e preparazione delle coppie aspiranti all’adozione e per l’abbinamento; altrettanto importante è il sostegno nel periodo postadozione, che deve essere garantito per tutta la vita degli adottati.
- Si sollecitano gli Stati a sviluppare i servizi postadozione in aggiunta a quelli generali già disponibili (per l’Italia attualmente è garantito dal servizio pubblico solo un anno di servizio postadozione). “Questo è un punto focale per CIAI, che da tempo è impegnato a garantire un sostegno postadozione in qualunque momento nella vita dei genitori e dei figli”, sottolinea Daniela Russo, responsabile dei servizi alla famiglia, che aggiunge “sarebbe utile che le famiglie potessero accedere ai servizi garantiti dagli enti autorizzati in modo gratuito, tramite finanziamenti agli enti o voucher alle famiglie o convenzioni”.
- Si sollecitano le Autorità Centrali dei Paesi membri della Convenzione, a fare tutto il possibile, in ogni fase del processo di adozione, per evitare ritardi inutili, dannosi per i bambini.
- Si raccomanda che i Paesi di accoglienza dei bambini mantengano rapporti di collaborazione e cooperazione con i Paesi da cui provengono i bambini, che vengano aggiornati i dati rispetto alle adozioni effettuate e che vengano aggiornati, pubblicati e messi a disposizione della Commissione i dati relativi ai costi dell’adozione.
A proposito di questo ultimo aspetto, spiace sottolineare come l’Italia sia in grave ritardo: non sono ancora stati pubblicati i dati delle adozioni relative al 2014, i dati sui costi delle adozioni non vengono aggiornati da molti anni, molto rimane ancora da fare rispetto alle relazioni con i numerosi Paesi (secondo i dati relativi al 2013 erano 57) da cui provengono i bambini adottati in Italia.