Ivana Lazzarini prova a dirlo con un esempio. «Ricordo un bimbo, adottato anni fa in Cambogia. Misurato dai pediatri coi percentili italiani, è stato a lungo considerato sotto la curva di crescita. Abbiamo fornito le tabelle dei percentili cambogiani, si è scoperto che era ben sopra la media». Un esempio. Di più: in qualche modo una denuncia. Per dire di piccoli ed enormi problemi, quando si parla di adozione. Solo che Ivana Lazzarini e un altro manipolo di persone (molte brianzole) hanno deciso di fare qualcosa: hanno fondato a Vimercate un’associazione, ItaliaAdozioni, unica in Italia. «Sì, – spiega la presidente Lazzarini – perché non c’è nessun posto, reale o virtuale, che parli e aiuti in modo trasversale chiunque a vivere in modo competente l’adozione”. Così ItaliaAdozioni ha creato un portale, (www.italiaadozioni.it), ha riunito dei professionisti volontari e dà sostegno molto concreto, gratis: «Abbiamo creato ad esempio – continua Lazzarini – schede per le insegnanti, da usare in classe per parlare delle tante famiglie del nostro tempo; tabelle di riferimento e articoli scientifici per i medici, leggi e sentenze legali per chi vuole orientarsi, elenchi e repertori di materiale utile per tutti: ogni professionista cura la sua sezione e la aggiorna continuamente».

Ma lo scorso anno Aia ha provato a entrare anche nelle scuole. Lo ha fatto con un concorso «L’adozione fra i banchi di scuola» al quale hanno partecipato 693 alunni dalla Lombardia alla Sicilia: tutti i lavori saranno in mostra in biblioteca dal 10 novembre, mentre il 15 novembre a partire dalle 15 si svolgerà la festa finale con laboratori (su prenotazione) e premiazione. «Il concorso – spiega Lazzarini – che riproponiamo anche per questo anno scolastico, è uno strumento per raggiungere ragazzi, famiglie, insegnanti e diffondere la cultura delle adozioni. Ce n’è bisogno, tanto. Anche in Brianza e in Lombardia, che pure è la Regione con il maggior numero di adozioni internazionali in Italia». E Marco Griffini, presidente di Aibi, ente storico lombardo per le adozioni, conferma: «La Lombardia è ancora una delle Regioni che crede nell’adozione. Ci sono servizi sociali che funzionano e professionalità. Ma anche qui il crollo è costante dal 2011. E non è la crisi economica la causa determinante. È una sfiducia che ha radici più profonde: è segno di un mancato sostegno delle istituzioni, non ci sono supporti, il Governo non ci crede e non fa azioni concrete per le famiglie e gli enti. Basti dire che non ci sono dati aggiornati sulle adozioni. Gli ultimi sono del 2013». E dicono che in Lombardia c’è il 20 per cento delle adozioni internazionali totali (409) e il maggior numero di enti autorizzati (27), secondo solo al Lazio che ne ha 32. Una raccolta dati di Aibi sulle domande presentate nei Tribunali per i Minori nel 2014 conferma il calo anche lombardo: 67 domande in meno rispetto al 2013 per le internazionali. «Per le adozioni nazionali è ancora peggio: non c’è una banca dati – continua Griffini – i tribunali non sono in rete e spesso non informatizzati, non ci sono dati. Gli ultimi sono frutto di una ricerca del 2006, parlano di circa duemila adozioni in tutta Italia all’anno».

di Leila Codecasa – Fonte

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