Ieri mattina alla Camera, durante il convegno organizzato da Milena Santerini sulle “linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati”, sono emerse importanti novità. La prima è che Silvia Della Monica, Presidente della Commissione Adozioni Internazionali, presente al seminario, ha affermato – senza però indicare dati – che nel 2015 le adozioni internazionali sono in ripresa, con un aumento del numeri degli ingressi. La seconda riguarda i tanti impegni che il Miur ha preso attraverso Giovanna Boda, direttore generale della direzione studente, riguardo all’accoglienza a scuola degli alunni adottati e l’attuazione delle Linee di indirizzo elaborate da Miur e CARE, firmate nel dicembre 2014 ed entrate a luglio 2015 a far parte della legge 107 sulla Buona Scuola. Per Milena Santerini,le linee di indirizzo sul diritto allo studio degli alunni adottati in quanto «frutto di una collaborazione tra Miur, Commissione Adozioni, Enti autorizzati e associazioni familiari sono un modello di collaborazione virtuosa, il mood di come si dovrebbe lavorare, puntiamo a creare un discorso analogo anche su altri temi specifici che riguardano l’adozione. Inoltre le linee guida hanno fatto molto maturare la scuola, queste non sono più solo un documento ma un percorso, costringono la scuola a essere più flessibile, più a misura di ogni alunno, facendola uscire dalle rigidità che ha ancora».

Anna Guerrieri, vicepresidente del Coordinamento CARE, che novità ha annunciato il Miur?
Il dirigente Giovanna Boda ha presentato l’impegno del Ministero ad avviare il monitoraggio dell’attuazione delle linee di indirizzo in Italia: come vengono recepite, attuate, come sono accolte le famiglie… Ha poi impegnato il Miur ad avviare una formazione specifica di insegnanti e dirigenti, a partire da alcune regioni pilota ancora da identificare e infine a fare una cosa più semplice ma rilevante, ovvero aprire uno spazio web sul sito del Ministero dedicato a questo tema.

Perché è importante questo?
I dirigenti scolastici quando hanno un caso un po’ particolare come prima cosa vanno a cercare sul sito del Miur o dell’USR, è la stessa cosa che facciamo tutti. Avere uno spazio dedicato sul sito ufficiale del MIUR consente di mettere a regime una serie di cose. Noi come CARE abbiamo avuto rapporti con tanti USR, siamo nei FORAGS, ci sono tavoli di lavoro aperti in molte Regioni, non sono pochi gli USR che hanno fatto delle attività su questo tema, ma un conto è andare in ordine sparso un conto è che dal Ministero ci sia un impegno e delle indicazioni precise. È un punto di svolta importante.

Ci fa alcuni esempi di lavoro sui territori?
Mantova, Varese, Messina, Savona. A livello regionale abbiamo concluso recentemente dei lavori in Umbria, per un protocollo, ma abbiamo lavorato anche con la Campania e con il Lazio abbiamo fatto un’importante giornata di formazione dei dirigenti. È con questo lavoro che si declinano le modalità di interazione sul territorio, in che maniera tutti e ciascuno lavorano: così si realizzano le vie di attualizzazione delle Linee di indirizzo.

Come CARE avevate annunciato di voler in qualche modo replicare il modello di collaborazione sperimentato con il Miur anche con il Ministero della Salute e il Ministero del Lavoro. È stato avviato qualcosa?
Poco prima di Natale il CARE ha presentato il “Dossier adozioni. Stato dell’arte sulle adozioni nazionali e internazionali dal punto di vista delle famiglie adottive italiane. Proposte procedurali e operative”, che è stato inviato a tutti i Ministeri. Ora stiamo partendo per avviare i contatti con il Ministero della Salute e del Lavoro, è il nostro prossimo impegno.

di Sara de Carli – Fonte

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