Niente bonus bebé, in Lombardia, per i bambini adottati. Il Presidente Roberto Maroni ieri ha tirato dritto rispetto alla polemica sollevata nei giorni scorsi, dicendo che si tratta di «una misura per la natalità, non una misura a sostegno della famiglia, cioè viene dato al bambino che nasce, non al bambino che viene adottato». In Lombardia, ha continuato esistono altre «misure a sostegno della famiglia e se queste famiglie rientrano nelle misure ricevono il beneficio, ma questa è una misura specifica per la natalità e per questo motivo non viene data» alle famiglie che adottano.

Le Associazioni Familiari del Coordinamento CARE (Coordinamento di 34 Associazioni Familiari adottive e affidatarie) ritengono però «irricevibili le argomentazioni del governatore della Lombardia. La famiglia che adotta realizza il diritto di un minore in stato di abbandono e in quanto tale ne garantisce la possibilità di nascita all’interno di una famiglia. Le famiglie adottive nonostante contrastino attivamente la denatalizzazione, con l’ingresso in famiglia di uno o più figli, sono discriminate dalla regione Lombardia non vedendosi riconosciuti i diritti riconosciuti alle famiglie biologiche. Non siamo sostenute in nessun modo nonostante la nostra grande capacità di accoglienza rispetto a bambini che hanno spesso notevoli difficoltà», dicono le famiglie. Per questo il CARE ha lanciato ieri pomeriggio una petizione su change.org, che ha già raccolto 1.403 firme (ore 12.10 di martedì 16 febbraio), praticamente raggiungendo in un batter d’occhio l’obiettivo di 1.500 adesioni (alle 15,20 sono già 1.862 i sostenitori).

Il bonus bebè in questione non è – è bene chiarirlo – quello del Governo. Si tratta invece di un contributo economico una tantum di 800 euro per i secondi nati e di 1.000 euro dal terzo figlio in poi, previsto dalla Regione Lombardia nell’ambito della sperimentazione “Reddito di autonomia” per i soli nati – capirai – fra l’8 ottobre 2015 e il 31 dicembre 2015. L’idea è di dare un sostegno socio-economico al percorso di crescita del bambino, quindi perché non sostenere le famiglie in cui in quel periodo ha fatto il suo ingresso un figlio? O dobbiamo interpretarlo come un premio alla fecondità biologica?

«Togliere il bonus bebè alle famiglie adottive significa discriminare i bambini che sono stati adottati con adozione internazionale e nazionale. In particolare i bambini adottati con la nazionale vengono discriminati due volte, poiché il bonus bebè non viene assegnato né alle loro famiglie di origine né alle famiglie adottive. Il Coordinamento CARE sollecita una veloce revisione di questo evidente errore».

A Maroni hanno scritto anche le famiglie di UFAI (Unione Famiglie Adottive Italiane), per chiedere di includere nel decreto per il Bonus Bebè anche i bambini adottivi, ora esclusi dal provvedimento. «L’adozione è legalmente equiparata a tutti gli effetti, anche per l’INPS, ad una “nuova nascita” quindi i bambini adottati devono essere inclusi», scrive Elena Cianflone, la presidente. «UFAI inoltre, ricorda che bambini adottati In Lombardia sono un numero irrisorio e quindi l’inserimento di questi nel provvedimento sposterebbe di poco la ripartizione delle risorse ma garantirebbe indiscutibilmente l’equiparazione tra nascita biologica e nascita adottiva che é un diritto sancito dalla nostra legislazione».

di Sara De Carli – Fonte

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