Dopo il boom del passato anche in Toscana, come nel resto d’Italia, si registra un crollo delle richieste di adozioni internazionali. È questa la fotografia che emerge dai dati che arrivano dal tribunale per i minori di Firenze: nel 2015 (il periodo in realtà si riferisce agli ultimi sei mesi del 2014 e ai primi sei mesi del 2015) nella nostra regione sono state presentate 268 richieste di idoneità per adottare un bambino straniero. L’anno prima erano state 299, contro le 335 dell’anno precedente. Qual è il motivo di questo calo? Sicuramente gli oneri economici hanno un loro peso ma — spiega la presidente del tribunale per i minori di Firenze Laura Laera — non è questa l’unica causa: «Il fenomeno si inserisce in un trend generale che riguarda tutta l’Europa. Ci sono meno bambini adottabili all’estero, perché molti Paesi che un tempo erano generosi nell’autorizzare le adozioni, oggi sono di manica meno larga». Alcuni Paesi come il Congo hanno chiuso le frontiere ai loro bambini, mentre in altri Paesi è aumentata l’età media dei bambini stranieri adottabili. «Oggi arrivano in Italia bambini di circa 5-6 anni e questo è sicuramente uno dei motivi che ha provocato la flessione», spiega la presidente Laera che aggiunge: «Bisogna anche tenere presente che chi desidera un figlio oggi ha a disposizione altri mezzi che un tempo non aveva: la fecondazione assistita, omologa ed eterologa. La società è cambiata: si fanno meno figli, c’è più precarietà e c’è meno gente che si sposa».

 Colpa anche delle procedure troppo lunghe? «I tribunali italiani danno l’idoneità in tempi rapidi, anche in otto mesi. I tempi lunghi dipendono dagli altri Paesi». Gli ultimi dati del tribunale per i minori di Firenze raccontano anche che c’è stato un calo nei procedimenti pendenti per le adozioni internazionali: sono passati dai 365 del 2014 ai 257 del 2015. Le domande accolte nel 2015 sono state 246 (29 quelle rigettate). Sposta l’accento su un’altra prospettiva il Cifa, Centro internazionale famiglie pro adozioni che in Toscana assiste centinaia di coppie che sognano di avere un figlio. Da trent’anni ha uno sportello itinerante che copre tutta la regione, ed è forse l’unica associazione italiana a favore della stepchild adoption di cui si sta discutendo in Parlamento e dell’adozione in favore dei single. Anche il Cifa si è trovato di fronte al calo vertiginoso (almeno il 50%) delle adozioni.

«L’adozione sta indubbiamente vivendo un momento di grave crisi — spiega il presidente del Cifa Gianfranco Arnoletti — E non è solo una questione economica, pur partendo dal presupposto che per adottare un bambino all’estero bisogna mettere in conto una spesa di 15-20 mila euro. A preoccuparmi è soprattutto la mancanza di attenzione dedicata all’adozione. Oggi i dibattiti si concentrano sull’utero in affitto e sulla procreazione assistita che tutto fanno fuorché tutelare i diritti dei bambini già nati e che ancora non vedono rispettato il loro diritto più importante, quello di avere una mamma e un papà. La crisi economica e le incertezze su futuro lavorativo hanno sicuramente un peso importante sulle adozioni, così come i mutati rapporti con i Paesi con cui da tempo cooperiamo per l’adozione. A oggi non sono stati rinnovati gli accordi con alcune realtà, come per esempio la Cambogia e la Federazione Russa. L’unica cosa di cui sono certo è che bisogna fare qualcosa quanto prima, perché di questo passo rischiamo di assistere a un paradosso che non possiamo accettare: ricorrere all’utero in affitto potrebbe diventare un percorso più agevole rispetto ad adottare un figlio. Questo è davvero inaccettabile. E lo dico a nome di tutti i bambini che ancora attendono una famiglia».

di Antonella Mollica e Antonio Passanese – Fonte

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