Ora si torna alle adozioni. La Camera approverà nel più breve tempo possibile la legge appena licenziata dal Senato sulle unioni civili e subito dopo metterà mano a una riforma complessiva della vecchia legge 184 del 1983 sulle adozioni. La tabella di marcia è pronta. L’ufficio di presidenza della commissione Giustizia, su richiesta del Pd, a nome del capogruppo del partito in commissione Walter Verini, ha deliberato un’indagine conoscitiva su tutta la legge. In breve tempo, la presidenza della Camera approverà la ricognizione, che sarà «veloce e puntuale». Ma già mercoledì, come annunciato dallo stesso capogruppo Pd a Montecitorio Ettore Rosato, si discuterà di questo in assemblea del gruppo. Quindi, messo a punto il ddl definitivo, che darà conto di tutte le proposte di legge, di riordino parziale o totale della materia finora presentate sia alla Camera sia al Senato, la riforma arriverà a Montecitorio.

I punti

Sono passati troppi anni dalla 184, è necessaria una revisione di tutte le norme, la procedura va cambiata, snellita. Si parte dai tempi per adottare un bambino, troppo lunghi, si proseguirà con i costi, troppo onerosi per le famiglie, si continuerà con i requisiti sull’accesso all’adozione e sulle procedure di valutazione. Tutto deve essere velocizzato. E le coppie omosessuali, unite civilmente, come anche i single, potranno essere comprese fra le persone che hanno i requisiti per adottare un bambino.

Indagine conoscitiva

«L’indagine conoscitiva che abbiamo appena deliberato — spiega Micaela Campana, responsabile Diritti del Pd e componente della commissione Giustizia della Camera — riguarderà tutti i passaggi dell’attuale legge. La società, dal 1983 a oggi, è cambiata, e sono cambiate le tipologie di famiglia. L’interesse primario è sempre quello dei bambini, ovviamente, dei loro diritti, ma anche dei diritti delle famiglie, che finora incontrano grossi ostacoli prima di vedere riconosciute le loro legittime aspirazioni ad adottare».

Gli omosessuali

La riforma sulle adozioni prenderà dunque in considerazione anche le coppie omosessuali. «Non sarebbe possibile diversamente — continua Campana — a maggior ragione dopo l’approvazione del maxiemendamento sulle unioni civili, al cui articolo 20 si è voluta inserire una norma di «salvataggio» dell’attuale legislazione. Per consentire ai giudici, come già stanno facendo del resto, di continuare a utilizzare nei casi da loro esaminati, la stepchild adoption, già legge nei cosiddetti “casi particolari di adozione”, e quindi già fatto certo per le coppie eterosessuali».

Il Pd va avanti

La senatrice del Pd Monica Cirinnà, che ha legato il nome al testo approvato in Senato, nel commentare la sua soddisfazione a metà («mi do un sei e mezzo, anche se la legge è monca»), ha annunciato che un «ddl per le adozioni anche per i gay è quasi pronto. Verrà incardinato alla Camera, dove i numeri sono sicuri, in modo che arriverà blindato al Senato». Il capogruppo dei senatori Pd Luigi Zanda ha confermato la volontà di proseguire su questa strada e le sue parole sono state riprese dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti.

Vertice a Montecitorio

«Il Pd — ha dichiarato Lotti — ha già annunciato con le parole del presidente dei senatori Zanda, la presentazione di un disegno di legge in aula e poi vedremo. Sui tempi della sua approvazione, non posso dire nulla ora, non li so dire». Ma la volontà c’è. Il premier Renzi vuole riprendere in mano il tema. Mercoledì se ne parlerà, come detto, nella riunione del gruppo.

Le critiche

Ma se il Pd va avanti, c’è già chi frena gli entusiasmi. Il punto cruciale ovviamente non è la riforma della 184, ma ancora una volta la possibilità che ad adottare siano anche le coppie omosessuali. «L’annuncio della senatrice Cirinnà di un disegno di legge sulle adozioni gay già pronto alla Camera fa il paio, quanto a tempismo, misura e buon senso con le dichiarazioni “contronatura” del ministro Alfano — sbotta il segretario politico di Scelta Civica, Enrico Zanetti, viceministro all’Economia —. Non se ne può più: già abbiamo dovuto sorbirci settimane di dibattito esasperato, ora si chiuda questo capitolo e se ne affrontino altri di tutt’altra natura ma non minore importanza». E il vice segretario vicario Udc Antonio De Poli ammonisce: «Il Pd non pensi di far rientrare dalla finestra quello che abbiamo fatto uscire dalla porta».

di Mariolina Iossa – Fonte

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