Pavel Astakhov, difensore civico russo per l’infanzia, chiede un’indagine approfondita sul caso di un orfano russo, presumibilmente picchiato dal padre adottivo italiano, arrivando anche a invocare il divieto d’adozione. Secondo l’esponente pubblico russo, non è la prima violazione dei diritti di un bambino russo ad opera dei genitori adottivi italiani.
C’è da ricordare che la vicenda di un orfano russo, adottato da una coppia di cittadini italiani, è finita sotto i riflettori dopo che il padre adottivo italiano, il 52enne Odesio Manarin ha picchiato il figlio-invalido neoadottato in strada. Il bimbo faceva capricci poiché non voleva partire dalla sua città nativa di Kamyshin (provincia di Volgogrado), mentre il padre adottivo era visibilmente innervosito, iniziando prima a sgridare il piccolo e poi prendendolo a sberle. Secondo i testimoni oculari, il piccolo piangeva a singhiozzi.
E’ stato il generale della Giustizia russo, Mikhail Muzrajev, il capo del comitato investigativo della regione, capitato per caso su luogo dell’incidente, a intervenire per riportare alla ragione l’uomo scatenato. Alle domande del perché stesse percuotendo il bambino e di come si fosse permesso di comportarsi in tal modo ha sentito delle risposte del tutto incomprensibili: l’italiano non masticava una parola di russo. Il bambino, a stento trattenendo le lacrime, ha raccontato all’ufficiale che l’uomo fosse suo neoacquisito padre, mentre lui è un orfano proveniente dall’orfanotrofio di Kamyshin.
Muzrajev è rimasto sbalordito e ha subito accompagnato il padre adottivo e il figlio nella sede del comitato investigativo, chiamando una pattuglia della polizia e responsabili dell’ufficio per la tutela dei minori e difensore civico per l’infanzia per la regione di Volgogrado. L’adozione è stata immediatamente sospesa, mentre a carico del padre adottivo italiano è stata aperta un’inchiesta penale in base all’articolo del Codice penale della Federazione Russa «percosse a un minorenne».
Attualmente il bambino si è ripreso ed è stato affidato alle cure degli psicologi, educatori e insegnanti di sostegno. Il bimbo è stato sottoposto agli analisi medici e ora si trova in un centro di riabilitazione sociale nella provincia di Volgogrado.
La Procura ha chiesto la revoca dell’adozione da parte dei genitori italiani, ma la documentazione è appena arrivata nel tribunale locale e pertanto la questione rimane ancora aperta.
Intanto la vicenda è seguita personalmente da Pavel Astakhov, difensore civico russo per l’infanzia, il quale sta preparando una relazione da sottoporre al Ministero della Pubblica Istruzione e della Scienza e al Ministero degli Esteri della Federazione Russa per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla faccenda.
Secondo l’affermazione di Astakhov, non è la prima volta che l’Italia non rispetta i propri obblighi assunti nell’ambito delle adozioni dei bambini orfani russi. In particolare, il difensore civico russo ha citato un caso di due anni fa, quando un bimbo russo di cinque anni è stato ucciso in Italia dal suo padre adottivo, che soffriva di disturbi psichici.
Perfino questi due casi citati, fa notare Astakhov, sono già troppi, ritenendo che il Ministero degli Esteri russo debba esaminare la documentazione dal lui inoltrata, applicando la moratoria sulle adozioni da parte dei cittadini italiani. La Russia ha un tale diritto e lo deve far valere.