Due settimane di intenso lavoro, hanno impegnato la Vidtf – Victim Identification Task Force, con sede presso il quartier generale di Europol a L’Aja: si tratta di un gruppo di 12 esperti provenienti dagli Stati Membri Ue, da Paesi terzi (coi quali è stato firmato un accordo operativo) e Interpol, che hanno unito le proprie forze per identificare i minori vittime dello sfruttamento e abuso sessuale.
Oltre 250 sequenze riguardanti abusi sessuali di minori contenuti su file di immagini e video, sono state caricate sul database dell’Interpol denominato International Child Sexual Exploitation, nel quale sono state aggiunte altre 300 sequenze a serie di immagini riguardanti singole vittime già esistenti nello stesso database. Inoltre Europol ha distribuito pacchetti di Intelligence a diversi paesi, per aiutarli ad identificare le vittime. Un’attività finalizzata ad assicurare che un maggior numero di minori vittime abbiano la possibilità di essere identificate e salvaguardate dagli abusi. Sono già in stato avanzato tutta una serie di indagini che presto permetteranno di ottenere risultati positivi nell’individuazione dei responsabili. Rob Wainwright, Direttore dell’Europol, ha dichiarato: “Il problema che stiamo affrontando è globale, e richiede una risposta altrettanto globale attraverso la sinergia tra Istituzioni, partner privati e società civile. Oggi esistono gli strumenti e la tecnologia per combattere efficacemente l’abuso di minori online; ecco il motivo delle azioni di coordinamento che rappresentano una risposta in tal senso. Ma dobbiamo fare di più, ed è per questo che spingiamo tutti i Paesi ad utilizzare gli strumenti e le reti messi a disposizione da Europol, per lo scambio di informazioni e consentire così che ogni singolo caso possa pervenire ad una conclusione positiva. In questo modo si potranno identificare le vittime e assicurare i loro abusanti alla giustizia.
Le operazioni come quella che si è conclusa oggi, dimostrano che mettendo insieme le risorse, la conoscenza e le competenze tecniche è possibile identificare e ridurre nel modo più efficace i rischi per i minori. Ecco perché è così importante che le Autorità di Polizia in Europa e nel resto del mondo, continuino ad investire e a prendere parte a taskforce come quella in argomento”. Steven Wilson, Direttore dell’European Cybercrime Centre (EC3) presso l’Europol, ha affermato: “Identificare i minori vittime di abuso sessuale è una delle più principali priorità delle Forze di Polizia in tutto il mondo. I responsabili di simili abietti reati, fanno uso delle più avanzate tecnologie per la produzione e scambio dei materiali relativi allo sfruttamento sessuale di minori. Le Forze dell’Ordine devono pertanto essere al passo con lo sviluppo tecnologico, intensificare lo scambio di intelligence e la cooperazione interforze, per poter affrontare le nuove forme di contrasto in questo tipo di reati.
La Victim Identification Taskforce è un eccellente esempio di cooperazione internazionale che utilizza le ultime tecnologie per proteggere i minori in tutto il mondo. La formazione di un gruppo di esperti nella identificazione delle vittime serve a sviluppare le tecniche e le strategie investigative, per fare in modo che vengano adottate in tutti i Paesi e garantire così che i nostri minori siano protetti dagli abusi”. Esperti provenienti da Austria, Croazia, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Italia, Olanda, Romania, Spagna, Svezia e Regno Unito, hanno lavorato coi loro omologhi dell’AFP Australiana e della Taskforce Argos Canadese, e inoltre con l’Fbi e l’Ice degli Stati Uniti, in uno sforzo di collaborazione storico. Roberto Di Legami, sul punto, ha dichiarato: “I circuiti di produzione e scambio di materiale pedopornografico hanno ormai dimensione transnazionale, ed oggi, più che mai, opportunità tecnologiche come l’anonimizzazione delle connessioni nelle Reti Darknet e la remotizzazione dei contenuti fruibili in cloud, facilitano le comunità pedofile in Rete, che si spingono fino a realizzare delle vere e proprie ‘catene di montaggio’ per la produzione di nuove immagini ed abusi sessuali di minori “su commissione”. “Anche la Polizia di Stato, – ha proseguito Di Legami – impegnata da sempre in prima linea, attraverso la Polizia Postale e delle Comunicazioni, nell’attività di contrasto a questi odiosi traffici, non poteva non supportare e far parte di questa importante Task Force. Utilizzando le tecniche investigative più all’avanguardia, e condividendo i dati ottenuti dallo studio delle immagini all’interno dei gruppi di lavoro da tempo istituiti a livello internazionale, i nostri operatori specializzati del Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (Cncpo) pervengono in molti casi all’identificazione delle vittime e ricavano ulteriori informazioni utili alle indagini”.