Nel 2015, sono state 209.841 le chiamate ricevute dalla rete europea per i bambini scomparsi in tutta Europa. Il 54% ha riguardato segnalazioni per fughe da casa, mentre il 29% casi di sottrazione da parte di un familiare. Ma c’è anche chi viene rapito, fugge da guerre, povertà e catastrofi naturali. A questo esercito silenzioso si aggiungono i 10mila i minorenni stranieri non accompagnati che solo nel 2015, secondo Europol, sono svaniti nel nulla dopo il loro arrivo in Europa. Sono i dati resi noti ieri, Giornata internazionale dei bambini scomparsi, dalla rete Missing Children Europe, network di 29 organizzazioni non governative attive in 24 Paesi europei, che gestiscono altrettante linee telefoniche.
I dati nazionali ed internazionali sono stati diffusi da Telefono Azzurro, nodo italiano del network Missing Children Europe, che dal 25 maggio 2009 gestisce in convenzione con il ministero dell’Interno il numero unico europeo 116.000, attivo 24 su 24. Un servizio attraverso il quale, solo nel 2015, si è occupato di 163 casi di bambini spariti, perché fuggiti di casa o da un istituto, rapiti o sottratti da un genitore.
Dal maggio 2009 al marzo 2016, in sette anni, la Linea 116.000 in Italia ha accolto 1425 nuove segnalazioni di scomparsa, ritrovamenti, avvistamenti e aggiornamenti di casi che riguardano minorenni. Sono state 739 quelle relative alle scomparse. Nella maggior parte dei casi (38,5%) si tratta di sottrazione da parte di un familiare, spesso un genitore (66 i casi che non coinvolgono altri Paesi, ben 219 quelli di cosiddetta ‘sottrazione internazionale’).
Il dato più allarmante riguarda i minori stranieri non accompagnati. Nel 2015 (secondo Europol) sono stati 10mila quelli scomparsi una volta arrivati in Europa ma le chiamate alle linee del 116.000 su questi casi risultano ingannevolmente basse: solo il 2% i casi a livello europeo nel 2015, segno di una grande sottostima del fenomeno. Solo il 27,1% di loro viene rintracciati oppure il caso viene chiuso perché i bambini rientrano autonomamente o vengono ritrovati in altri paesi.
In Italia, se fino al 2013 i casi non erano stati mai più di 2, nel 2015 sono stati 47, già 33 solo nel primo trimestre del 2016.