“L’emozione è troppo forte. Davvero possiamo riabbracciarla? Tutto è così confuso adesso. Vogliamo soltanto capire”: Gabriella Carsano è nella sua casa di Mirabello Monferrato (Casale) quando l’avvocato che ha portato per la seconda volta in Cassazione la sua battaglia giudiziaria le comunica l’incredibile notizia.
I magistrati hanno accolto il ricorso straordinario e hanno annullato la vecchia sentenza: Gabriella e Luigi Deambrosis, la coppia che l’opinione pubblica ha ribattezzato “i genitori-nonni”, potrà riabbracciare la figlia di sei anni che il tribunale aveva dato in affidamento nel 2011 quando aveva poche settimane. Se sussiste la capacità genitoriale, non ci sono limiti di età per essere padre e madre: questo il principio affermato dalla prima sezione civile della Corte che ha per questo “restituito” alla coppia di anziani la figlia ribaltando le sentenze che l’avevano dichiarata invece adottabile.
Lui oggi ha 75 anni, lei ne ha 63. Torneranno a essere la mamma e il papà legittimi della piccola che hanno perso come conseguenza estrema di un episodio insignificante:il 28 giugno 2010, per scaricare la spesa in casa Luigi Deambrosis lasciò la bambina di un mese e mezzo sul seggiolino dell’auto parcheggiata nel cortile. Raccontò di essere rientrato qualche minuto per scaldarle il biberon. Ma i vicini, sentendola piangere, chiamarono i carabinieri innescando un inesorabile effetto domino sulla famiglia Deambrosis che dal 2013 non ha più avuto notizie della figlia.
Immediata l’accusa di abbandono, dalla quale quasi subito sono stati scagionati. Non riuscendo comunque ad arrestare il procedimento davanti al tribunale dei minori, che li ha giudicati incapaci di assolvere al ruolo di genitori, portando via da casa la bambina. I giudici dissero che il desiderio irrefrenabile di essere genitori a quell’età era il segno del disinteresse per i bisogni della piccola, una pulsione che tradiva un desiderio: quello di soddisfare un proprio bisogno narcisistico.
Ieri la Cassazione invece ha detto: i magistrati che hanno tolto la figlia alla coppia di Mirabello si basano su pochi minuti di abbandono, vicenda per la quale è stato “definitivamente accertato che, invece, nessuno stato di pericolo fu provocato dall’episodio in questione”. Inoltre, revocando lo stato di adottabilità della bambina, ha criticato le sentenze precedenti perché percorse da un “refrain che fa da sfondo all’intera decisione, ed è quello dell’età dei genitori”. La sentenza afferma che “il minore ha diritto di vivere e crescere nella propria famiglia di origine” e che “l’età avanzata dei genitori non è elemento di cui si debba tener conto”.
La figlia di Luigi e Gabriella ha sei anni ed ha trascorso quasi tutta la vita tra case famiglia e genitori affidatari. In un primo momento il padre a la madre biologica hanno continuato a vederla una volta alla settimana. Ma dopo la sentenza d’appello ogni contatto tra loro è stato proibito. Oggi i giudici riaprono il processo rimandando alla Corte d’Appello di Torino quella decisione e indicando loro di rivalutare l’idoneità della coppia a essere genitori senza però tenere conto dell’episodio dell’abbandono né di discriminarli per ragioni anagrafiche. “Questo non significa che la bambina sarà rimandata subito a casa con il padre e la madre – spiega l’avvocato Maria Grazia Boscagli – ma già dai prossimi mesi potrebbero reincontrarsi”.
I protagonisti di questo incredibile caso giudiziario che vede una bambina di pochi anni al centro di sentenze opposte con al centro il suo destino, dovranno trovare il modo di diventare la famiglia che non sono mai stati. “Solleciteremo i giudici – dice l’avvocato – e speriamo che alla bambina venga restituita la stabilità con i suoi genitori naturali”.
di Ottavia Giustetti e Carlotta Rocci – Fonte