Centotrentasei domande nel 2014, 88 nel 2015, 67 nel 2016: la crisi economica, insieme a una ancor maggiore attenzione sulla concessione dei decreti di idoneità da parte del Tribunale dei Minorenni di Genova, frenano anche il numero delle adozioni internazionali.

«La contrazione delle domande, però, è anche figlia dell’incertezza, se non della mancanza del lavoro per tanti giovani e meno giovani che non solo fanno fatica a reperire le risorse per i costi dell’adozione internazionale ma, anche, non sono sicuri di riuscire a mantenere la famiglia in prospettiva», ragiona Cristina Maggia, capo della procura minorile di Genova il cui distretto copre da Ventimiglia a Massa.

Dinamica milanese con un passato nel pool della criminalità organizzata a Milano, da vent’anni vive a Genova dove si occupa di minori, con la stessa passione ma molti più mal di pancia. Maggia è il magistrato che esprime l’ultimo parere (positivo o negativo) sulle coppie prima della decisione finale del Tribunale per i minorenni che emette poi il Decreto di idoneità (o di non idoneità) ad adottare.

«Sul calo delle domande incide anche il lavoro sempre più accurato in termini di preparazione delle coppie che svolge la Asl con i servizi preposti», prosegue il magistrato: «Per alcuni il cammino è troppo lungo e faticoso e abbandonano a metà percorso. Noi stessi siamo molto pignoli nella valutazione degli aspiranti genitori. Troppi ne abbiamo visti, nel caos dell’adolescenza, quando i conflitti esplodono in maniera talvolta più violenta che nelle famiglie biologiche, rimandare i figli indietro, affidarli alle case famiglie senza nemmeno voler pagare le rette, rinnegarli, abbandonarli un’altra volta».

di Francesca Forleo – Fonte

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