Niente Lego, chiusi in casa e forse anche a letto presto. È la pena inflitta a una baby gang che terrorizzava i commercianti di giocattoli del Tuscolano.

Adesso la banda di cinque minorenni non potrà neanche più uscire di casa. I ragazzini hanno il permesso di incontrare soltanto gli assistenti sociali. E non è una pena da poco vista la loro età – il più grande ha 16 anni – e la conseguente impunibilità.

Eppure di colpi ne hanno messi a segno diversi: entravano nei negozi, portavano via qualunque cosa capitasse loro a tiro – dalle bombolette spray ai mattoncini Lego ai caricabatterie – e non esitavano a menare le mani, come hanno fatto nel corso della rapina di fine gennaio, quando per fermare il commerciante cinese di via Marco Fulvio Nobiliore, al Don Bosco, che stava tentando di bloccarli, gli hanno sparato pallini in faccia con una pistola giocattolo e lo hanno poi preso a calci e pugni.

Dopo questo episodio, gli agenti di polizia giudiziaria del commissariato Tuscolano, diretto da Giovanni Di Sabato, hanno dato una stretta alle indagini: e in breve hanno individuato la banda, collegandola, tra le altre, proprio a quella rapina in via Marco Fulvio Nobiliore. La stessa via in cui a fine gennaio era stato aggredito da una banda di minorenni un ambulante bengalese: una prima volta con calci e pugni e una seconda volta da un solo ragazzino (minorenne, a detta dei testimoni) armato di bastone, che si era abbattuto sul volto del 51enne provocandogli un trauma tale da causargli la perdita dell’occhio.

Adesso gli inquirenti stanno cercando di capire se vi sia un collegamento tra i cinque e anche questo episodio.

di Rory Cappelli – Fonte

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