Il 15 maggio, a Roma, verrà presentato il Documento della Commissione Consultiva per la prevenzione e cura dei maltrattamenti sui minorenni istituita dall’Autorità Garante Nazionale per l’infanzia e l’adolescenza.

Componenti della Commissione sono: Luigi Cancrini (Presidente della Commissione e curatore della versione finale del Documento di proposta), Giuseppe Luigi Palma (Ordine degli psicologi), Gianmario Gazzi e Silvana Mordeglia (Ordine degli assistenti sociali), Gloria Soavi (CISMAI), Carla Berardi e Manuela Orru (Associazione culturale pediatri), Pietro Ferrara e Alberto Villani (Società italiana di pediatria), Francesco Micela (Associazione italiana magistrati minorenni e famiglia), Andrea Mascherin (Consiglio Nazionale Forense), Tiziana Zannini (Dipartimento per le pari opportunità), Carlo Rubinacci (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), Maria Antonietta Bellisari (Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome), Lamberto Baccini (ANCI), Aurea Dissegna, Luigi Fadiga, Emiliana Bertolini e Albarosa Talevi (Rappresentati della Conferenza nazionale per la garanzia dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza), Daniela Cremasco, Dario Merlino, Bombina Nigro, Cecilia Somigli (esperti individuati dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza), Laura Baldassarre e Stefania Pizzolla (delegate dell’Ufficio dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza). Il documento ha ricevuto i commenti di: Ugo Bressanello, Massimo Masi, Giuliana Olzai, Lucia Romeo, Maria Giovanna Ruo e Tiziano Vecchiato

 

Abbiamo intervistato il Presidente della Commissione, Prof. Luigi Cancrini (Socio Cismai  e Direttore Scientifico del Centro di Aiuto al Bambino Maltrattato e alla Famiglia del Comune di Roma)

Quali sono state, negli ultimi anni, le politiche a tutela dell’infanzia più efficaci e quali invece le manovre più infelici e dannose?

Una iniziativa politica importante è stata la legge 285 voluta da Livia Turco nel 1997. Dopo di allora sostanzialmente nulla. Le infanzie infelici, il maltrattamento e l’abuso sui minori sono argomenti che sembrano interessare i politici solo nel momento in cui bisogna inventare punizioni più o meno fantasiose contro gli abusanti. Della necessità di curare dei minori che hanno sofferto maltrattamenti e abusi ci si è preoccupati finora solo a parole. Per ciò che riguarda le amministrazioni locali, le possibilità d’intervenire sono sempre più limitate e molte delle buone pratiche cresciute negli ultimi anni stanno per essere abbandonate per mancanza di fondi. Anche se ci si dovrebbe rendere conto del fatto che i minori non curati per tempo procurano danni e guasti a sé stessi molto più costosi degli interventi che sarebbero necessari per rispettare il diritto dei bambini ad essere curati.

 

Cosa pensa delle critiche che spesso vengono rivolte, da stampa e opinione pubblica,  ai centri di accoglienza per bambini maltrattati e perché secondo lei c’è questa percezione negativa?

C’è stata in questi ultimi tempi una campagna di stampa indecorosa e vigliacca contro chi, nelle comunità per minori, tenta di fare qualcosa per i bambini che subiscono torti drammatici all’interno delle loro famiglie. In questa brutta battaglia si è distinta ancora una volta la Lega Nord cui, per sciatteria o per convenienza, hanno dato un risalto spropositato anche organi d’ informazione abitualmente molto più seri. Da parte di chi lavora con questi bambini queste iniziative che è difficile definire politiche e queste campagne di stampa vengono considerate semplicemente come vergognose ed io altro non posso fare che condividere questo giudizio. Anche se a portarle avanti sono giornalisti di cui ho sempre avuto stima.

 

Lei crede che in Italia manchi una cultura della tutela dell’infanzia?

Credo che in Italia sia fortemente minoritaria una cultura e una tutela dell’infanzia basata sulla conoscenza dei rischi cui troppi bambini troppo spesso sono esposti nelle famiglie più sfortunate. Soprattutto però, quella che manca, è la consapevolezza del diritto di questi bambini e delle loro famiglie ad essere curati, in famiglia e fuori, cominciando dal momento in cui stanno nella pancia delle loro madri, e della necessità di integrare queste cure con interventi di livello psicoterapeutico. La cultura maggioritaria è ancora oggi una cultura basata sull’idea lombrosiana per cui delinquenti o comunque diversi si nasce. Rinforzata da pseudo scienziati che parlano di trasmissione genetica dei disturbi psichici e delle condotte devianti questa cultura rende molto difficili gli interventi a favore dei bambini meno fortunati.

In una fase politica come questa in cui tante iniziative del governo e della maggioranza politica che lo sostiene sono basate sull’idea del rinnovamento e della “rottamazione”, credo sarebbe davvero importante per tutti noi e per il futuro dei bambini che vivono o arrivano in questo paese che ad essere “rottamata” sia proprio l’idea per cui delinquenti o diversi si nasce. Come in tutti i campi della medicina quella di cui c’è bisogno è la capacità di prevenire lo sviluppo dei disturbi. Occupandosi sul serio, con cure adeguate, dei bambini costretti a vivere delle infanzie infelici. Troppo poco se ne è parlato finora ma può darsi che qualcosa cambi nei mesi e negli anni a venire se i “rottamatori” e/o i nuovi movimenti politici sapranno scegliere con intelligenza i loro obiettivi di rinnovamento.

 

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