“Oggi i bambini che nel mondo vivono una condizione di oppressione dove il superiore interesse e il concetto di violenza e protezione stessa viene ed è continuamente messo in discussione, sono 63 milioni”, lo dichiara a Piattaforma Infanzia Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef Italia.

Grazie alla Carta sui diritti dei bambini, i Paesi hanno fatto grandi passi in avanti. Basti pensare alla diffusione dell’istruzione e dell’educazione, anche se bambine comeMalala ci ricordano che non sempre questo diritto viene rispettato e che in alcune zone il lavoro da compiere è  ancora molto.  In questa giornata di anniversario, Piattaforma Infanzia ha chiesto un bilancio della condizione dell’infanzia nel mondo all’Unicef, attraverso il  portavoce italiano Andrea Iacomini. “Oggi, a 25 anni dall’approvazione di questa Carta, possiamo dire che è il trattato più ratificato del mondo ma anche e il più violato”, dichiara Iacomini, affermando che l’Unicef è l’organizzazione depositaria della Convenzione e che è stata indicata da tutti i paesi firmatari, nel 1989, come tutore e organo di vigilanza. “Oggi molti Stati l’hanno adottata e si sono aggiunte nazioni come la Somalia e il Sud Sudan. Un trattato che ha portato un cambiamento radicale nella vita dei bambini. Se pensiamo al campo della mortalità infantile, tra milioni di bambini che morivano nel mondo, siamo arrivati ad una riduzione notevole grazie all’impegno delle nazioni. L’80% dei bambini nel mondo oggi è vaccinato e raggiungere al più presto anche il restante 20% è uno degli obiettivi primari”.

I numeri parlano più delle parole, a volte, e questo è uno di quei casi. “Oggi i bambini che nel mondo vivono una condizione di oppressione dove il superiore interesse e il concetto di violenza e protezione stessa viene ed è continuamente messo in discussione, sono 63 milioni. Alcuni di questa in condizioni di emergenza come in Siria, Sud Sudan, Gaza.  Le guerre fanno parte di questa epoca e ci pongono davanti agli occhi il fatto che i bambini subiscono ancora l’onta di conflitti che vanno in una direzione completamente opposta rispetto dell’impegno che gli Stati che hanno ratificato il documento, hanno preso. “Non possiamo inoltre non parlare degli sbarchi e dei tanti minori che arrivano sul nostro territorio e che vengono accolti con grandi difficoltà, con una protezione dell’infanzia che lascia a desiderare, sia nei loro territori di partenza che in quelli di arrivo. Mancano percorsi di istruzione e monitoraggio e non riusciamo a garantire ai minori migranti i diritti”.

Tutto sommato, il bilancio è positivo. Molto è stato fatto, ma ogni volta che un bambino è soggetto a violenza, ogni volta che le bambine vengono date in sposa prematuramente o subiscono mutilazioni, sono, insieme alle guerre nella loro totalità, le più grandi violazioni commesse. “Forse sono questi i punti ancora deboli della Carta e i diritti che non si riescono loro a garantire” – conclude il portavoce dell’Unicef Andrea Iacomini – “e l’impegno per i prossimi 25 anni deve essere proprio quello di non rendere questo trattato il meno rispettato nonostante sia il più ratificato al mondo”.

Paola Longobardi

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