Ora tocca agli instradati
Lo avevamo già annunciato settimana scorsa lo ribadiamo oggi ancora con più forza: ora è tempo di pensare agli instradati. Chi sono? Lo ricordiamo subito. Le coppie instradate, sono quelle coppie che, pur non avendo avuto ancora un abbinamento ad un bambino prima del blocco delle uscite e la conseguente (e sensata!) decisione della Cai di sospendere gli abbinamenti in periodo di blocco, sono ancora rivolte all’adozione in RDC.
Quante sono?
Le coppie attualmente instradate sulla RDC, secondo i dati in nostro possesso, sono oggi 17 così uddivise per enti: 2 con il Nova, 2 con il Naaa, 2 con I cinque pani, 2 con Aibi, 2 con i Figli della Luce e 7 con Enzo B. 17 famiglie che in questo periodo di blocco hanno atteso come noi quasi mille giorni, per loro il contatore che noi abbiamo spento prosegue inesorabile il proprio conteggio e oggi sono 992 i giorni di attesa per loro.
Come mai in questo tempo sono rimaste sulla RDC?
Alcuni non hanno cambiato paese perché ormai erano innamorati del Congo (pochi); la maggior parte non ha potuto permettersi di cambiare paese. Le situazione vissute sono differenti a seconda degli enti ai quali queste coppie si sono appoggiate, ci sono enti che operano solamente in Repubblica Democratica del Congo; altri che pur avendo conferito mandato al proprio ente fin dall’Aprile del 2012, quindi ben un anno e mezzo prima del blocco (settembre 2013) non erano stati abbinati ad alcun bambino pur avendo versato all’ente in questione un acconto di ben 12 mila euro. In questo caso specifico le disposizioni della precedente gestione della Commissione Adozioni Internazionali di reindirizzare le coppie su un altro paese non sono state esaudite per varie motivazioni, come la presenza di altri “paesi a rischio”, templi bibilici, ma anche la richiesta di ulteriori 5000 euro in caso di richiesta di spostamento su un altro paese da parte delle coppie. Fra questi due estremi appena descritti c’è una casistica complessa di ragioni che hanno portato queste coppie a rimanere sul paese Congo.
Prospettive future…
Arrivati a questo punto, con la risoluzione totale dei casi in sospeso, resta quindi da definire che cosa sarà del futuro delle adozioni in Repubblica Democratica del Congo. Dai rumors che arrivano dall’Africa sembra che il governo sia intenzionato assolutamente a proseguire l’esperienza delle adozioni internazionali. La nuova legge sulle adozioni in Rdc è già stata approvata sia al Senato, sia alla Camera Alta. Deve essere solo promulgata. In questa legge, che dovrebbe prevedere due viaggi (un primo per la conoscenza del bambino e la sentenza, un secondo per poi poter volare nel paese della famiglia adottante), viene ribadito con forza il divieto ai single e alle coppie omossessuali. Dati ufficiali raccontano di 7 milioni di bambini abbandonati. Stime più veritiere ne indicano più del doppio… in un contesto nel quale le adozioni nazionali sono rarissime.
Ma l’Italia?
Quella appena descritta è la situazione in Congo… ma l’Italia che cosa intende fare? Alcuni rumors danno notizia che alcuni paesi avrebbero già cominciato ad abbinare nuovi bambini alle famiglie adottanti, non abbiamo di questa notizia conferma ufficiale. A noi però interessa dell’Italia. Sarà ancora possibile adottare in Repubblica Democratica del Congo? Che risposte riceveranno le coppie degli instradati che fino ad ora sono state da tutti dimenticate e sono rimaste l’ultima ruota del carro? Esistono istituti che riuscivano a sorreggersi e far sopravvivere i bambini osptitati proprio grazie al contributo dei genitori adottanti, avranno ancora un futuro???
Queste son le domande che rivolgiamo al nostro Governo.