“Dal 2008 al 2014 l’Italia ha registrato un vero e proprio crollo sul fronte delle adozioni internazionali, che hanno registrato una diminuzione del 49%: sono numeri drammatici che impongono la necessità di mettere in atto e rafforzare tutti gli strumenti culturali, sociali e istituzionali, oltre agli interventi innovativi, per favorire la ripresa delle adozioni”. A lanciare l’allarme è la deputata del Pd e responsabile nazionale del partito per l’infanzia e l’adolescenza, Vanna Iori.

“Il calo delle adozioni in questi ultimi anni, segnalato in più circostanze dagli enti autorizzati, rappresenta un dato preoccupante sia perché esprime un arretramento sul versante del diritto dei minori ad avere una famiglia sia perché è un indicatore della crisi economica che colpisce un numero crescente di nuclei familiari”, sottolinea Iori.

“Credo che sia opportuno rivedere, in un’ottica di miglioramento, il sistema delle adozioni e le funzioni della Commissione adozioni internazionali”, aggiunge la deputata del Pd. “E’ necessario fare in modo che le famiglie tornino a credere nell’adozione internazionale: lo dobbiamo ai tanti bambini e adolescenti che non hanno la fortuna di avere una famiglia”, conclude.

Il calo delle adozioni internazionali “è da attribuire anche a fattori come l’iter burocratico, il percorso difficile e farraginoso e i costi. Adottare un bambino costa anche 30mila euro e lo Stato interviene poco e in ritardo”, dice all’Adnkronos Michela Vittoria Brambilla, presidente della Commissione bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza

“Se crediamo che tutti i bambini abbiano pari diritti, allora lo Stato deve aiutare anche quelli stranieri, supportando economicamente le coppie che intendono adottare. Non tutte le famiglie hanno le possibilità economiche necessarie”, sottolinea Brambilla. A giudizio del presidente della Commissione infanzia, per rilanciare il settore “la burocrazia deve essere snellita e i costi vanno alleggeriti attraverso il contributo dello Stato”.

Il calo delle adozioni internazionali nasce anche “dal fatto che la Commissione adozioni internazionali (Cai) è bloccata. Ci chiediamo il perchè e ci chiediamo per quale motivo non si voglia favorire il fenomeno dell’adozione internazionale. Forse il governo vuole mandare avanti l’eterologa?”. E’ quanto afferma all’Adnkronos Marco Griffini, presidente di AiBi, Amici dei Bambini, Ong che si occupa di adozioni internazionali, commentando l’allarme sul crollo delle adozioni lanciato da Vanna Iori.

“E’ un anno e mezzo che la commissione è bloccata – spiega Griffini – L’Italia tradizionalmente si è sempre distinta, mentre le adozioni negli altri Paesi crollavano, da noi aumentavano. Per gli Stati Uniti, Spagna e Francia il calo è iniziato nel 2004, da 25 mila sono arrivati a 7 mila”.

“Da 4.000 adozioni all’anno, nel 2015 sarà tanto se arriveremo a 1.600”, continua Griffini, secondo il quale “questa atrofia sta scoraggiando” i potenziali genitori italiani: “ogni anno 500 coppie si allontanano dall’adozione internazionale”.

 

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