«Non ci sono novità su questa vicenda»: è quanto l’Ambasciata di Italia a Mosca ha fatto sapere ieri al Messaggero Veneto, in merito al caso del comandante della polizia locale di San Quirino, il 52enne Odesio Manarin, trattenuto a Volgograd, l’ex Stalingrado, con l’accusa di presunte percosse nei confronti del figlio adottivo, un bambino russo di 8 anni.

Ieri era previsto un vertice tra le parti. Le notizie provenienti dalla Russia tuttavia sono frammentarie e la vicenda è tenuta nel più stretto riserbo anche dalla diplomazia italiana che sta seguendo il caso. Tutto fa pensare che il momento sia molto delicato.

La mediazione. L’attività di mediazione rispetto al procedimento penale aperto il 31 marzo, dalla procura di Volgograd, nei confronti di Manarin sarebbe destinata a proseguire nei prossimi giorni.

Nel frattempo anche i media russi hanno abbassato il livello dei riflettori sulla vicenda, mentre sul web continua a essere acceso il dibattito sulle adozioni internazionali, scatenato dal caso del poliziotto italiano. Nei confronti del 52enne di Vajont in Russia con la moglie, per il momento non è stato adottato alcun provvedimento restrittivo.

Gli è impedito tuttavia di lasciare la Russia. La scorsa settimana gli è stato rinnovato il visto turistico in scadenza per altri tre mesi. A Mosca, capitale della Federazione russa, l’Italia ha attivato una speciale task force, guidata dal console Pier Gabriele Papadia, in stretto contatto con l’ambasciatore Cesare Maria Ragaglini e con la Farnesina.

Il sindaco di San Quirino, Corrado Della Mattia, in contatto col prefetto Maria Grazia Laganà, ha nei giorni scorsi inviato in Russia, al consolato italiano e alle autorità locali, una lettera per delinerare la personalità del comandante dei vigili, un ufficiale irreprensibile. Lo stesso ha fatto il sindaco di Vajont, Felice Manarin.

La politica. La politica italiana, all’indomani dello scoppiare del caso, si è mossa a sostegno dell’esito positivo della vicenda. II senatore Lodovico Sonego (Pd) per primo aveva scritto all’ambasciatore e la parlamentare di Forza Italia, Sandra Savino, aveva presentato un’interrogazione alla Camera.

Il consigliere comunale radicale di San Quirino, Stefano Santarossa, da parte sua, aveva interessato il sottosegretario al ministero degli esteri italiano, Benedetto Della Vedova.

Nel frattempo, a Volgograd il bambino russo adottato lo scorso gennaio dai coniugi Manarin è affidato ad un centro di riabilitazione dov’è seguito da insegnati e psicologi.

L’adozione è fortemente a rischio. L’ufficio del procuratore generale ha presentato domanda alla Corte regionale di Volgograd di annullamento dell’adozione.

La stessa opinione è condivisa dal Commissario per i diritti dei bambini Pavel Astakhov, il quale ha chiesto al governo federale un giro di vite sulla disciplina delle adozioni internazionali.

di Milena Bidinost – Fonte

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