Sottosegretario, sono arrivati davvero? «Ci risulta di sì, ma per ogni altro dettaglio deve chiedere allaCAI»: così il sottosegretario agli esteri Vincenzo Amendola conferma la notizia dell’arrivo questa mattina di alcuni bambini dal Congo. La notizia è stata data in queste ore da alcune testate giornalistiche, ma né la Commissione Adozioni né il Mae hanno al momento rilasciato conferme ufficiali. Sono i 43 + 8 di cui nei giorni scorsi la Farnesina aveva dato notizia di aver rilasciato i visti? «Noi facciamo le procedure per tutti, se i bambini sono quelli o altri lo deve chiedere alla CAI», continua Amendola, che da un mese coadiuva il ministro Gentiloni nella trattazione degli atti in materia di adozioni internazionali di competenza della Farnesina.

Una comunicazione brevissima, ma che vale molto e ci autorizza alla gioia. Si parla di un volo atterrato all’alba a Roma, con 51 bambini a bordo: si tratta del primo arrivo dei circa 130 minori coinvolti nella moratoria delle adozioni internazionali decisa dalla Repubblica Democratica del Congo nel settembre 2013 e attesi da 929 giorni dai loro genitori, qui in Italia. Questi bambini hanno tutti avuto il via libera dalle Autorità del Congo nelle scorse settimane (è del 17 marzo il comunicato della CAI che dà notizia dello sblocco di tutte le pratiche italiane), ma fino ad oggi nulla si sapeva rispetto al loro arrivo in Italia.

In una vicenda che è stata segnata da un durissimo confronto tra le famiglie sui social, in queste ore prevale il silenzio. Gli auguri alle nuove famiglie si uniscono alla delusione, per chi ancora è in attesa, nonostante un visto. Gli enti? Nova e Enzo B fanno sapere che tra le famiglie che hanno dato incarico a loro nessuna è interessate agli arrivi di oggi, ma dicono di essere molto felici per la notizia.

«Non sappiamo nulla, siamo ancora più sconvolti e delusi»: dice invece Antonella Prete, portavoce del Comitato Genitori RDC che riunisce 23 delle oltre 100 famiglie in attesa. Nei giorni scorsi avevano più volte denunciato l’inspiegabile ritardo nell’arrivo dei bambini adottati in Italia, molti dei quali «sono già dotati di passaporto da mesi», dicevano interrogandosi sul perché di tanto silenzio e di tanta attesa, per alcuni a un mese e mezzo dopo lo sblocco da parte del Congo: «ve lo chiediamo, urlando e piangendo… dalla disperazione!». Antonella racconta di come nessuno di loro «per il momento» sia stato avvisato, «io sono solo certa che i miei figli non ci sono», precisa: dico «per il momento perché ci risulta che una famiglia sia stata avvisata pochissimo tempo fa, mentre i bambini sarebbero arrivati questa mattina», spiega Antonella: «Conosciamo famiglie che hanno firmato da tempo le deleghe, ma non sono state contattate».

di Sara De Carli – Fonte

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