Commissione Bilancio e presidenza dichiarano inammissibili tutti gli emendamenti che facevano riferimento a un 5 per mille destinato alla scuola non in concorrenza con quello destinato al non profit: si creerebbero maggiori oneri, senza copertura. «Falso», dice l’onorevole Antonio Palmieri: «decisione incomprensibile»

Il Governo affossa la doppia opzione del 5 per mille, ovvero la possibilità in sede di dichiarazione dei redditi di firmare sia per il 5 per mille alla scuola sia per il 5 per mille al non profit. Nonostante i numerosi appelli del non profit e a dispetto dell’apertura che sembrava essere maturata negli ultimi giorni, la Commissione Bilancio della Camera ha dichiarato non ammissibilitutti gli emendamenti più interessanti riguardo al 5 per mille, depositati alla Camera.  Motivo: recano nuovi o maggiori oneri finanziari privi di idonea quantificazione e copertura. 

Inammissibili sono cioè gli emendamenti: Lenzi 17.26 che parlava di “doppia opzione”, Palmieri 17.37 e Beni 17.39 che dicevano come il 5 per mille alla scuola non fosse in alcun modo alternativo alla possibilità di destinare il cinque per mille ai soggetti non profit. Inammissibile anche l’emendamento Catalano 17.30 che scriveva nero su bianco che le risorse non ripartite dal 5 per mille alla scuola rispetto al fondo di 50 milioni devono tornare al fondo previsto all’articolo 24 del ddl, cioè rimanere alla scuola.

Antonio Palmieri è sconcertato: «È inaccettabile che l’emendamento sia inammissibile, perché non è vero che comporta maggiori oneri, dal momento è già previsto un fondo ad hoc per il 5 per mille alla scuola. Gli uffici con cui ho parlato sono convinti del contrario, ma non è così, Governo e maggioranza non hanno compreso. Il problema è che adesso vedo ben poco margine per recuperare».

Sarebbe un gravissimo errore.

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