Ha passato la prima domenica della sua vita in una vera stanzetta tutta per sé, culla, peluche, coccole e soprattutto una vera famiglia, forse la sua famiglia per sempre. Come spera soprattutto questa mamma senza nome per la cronaca che considera «un dono del Cielo» avere ricevuto fra le sue braccia la piccola Favour, la bimba di 9 mesi arrivata a Lampedusa da sola, raccolta sul barcone dove non ce l’ha fatta la madre ustionata e morta con un’altra creatura in grembo.
Gioiosa e serena
Eccola Favour, già ambientata, ignara dell’orrore del Mediterraneo, gioiosa e serena, un passeggino fiammante, da un paio di giorni affidata a Palermo, dopo trafila e setaccio della squadra del tribunale dei minorenni, a una mamma e a un papà che pensano di avere vinto una lotteria. Già terrorizzati dall’idea di un distacco. Ma decisi a stare alle regole del gioco, alle regole del diritto. Sanno che la piccola è affidata, non adottata. Affidata a una famiglia da mesi selezionata da giudici e psicologi. Da mesi in attesa di essere chiamati, un professionista e la moglie si erano impegnati ad accogliere un bimbo abbandonato o rimasto solo per disavventura, un maschietto o una femminuccia, di qualsiasi nazionalità o colore della pelle. Pronti a tutto. Senza immaginare che il destino avrebbe consegnato loro «per abbinamento», come dicono le carte del tribunale, proprio la piccola bimba salvata nel gommone dove le ustione hanno ucciso la madre, ancora oggi senza un padre o un parente che la cerchi.
L’obbligo di attendere l’eventuale comparsa di parenti
Adesso l’ordine categorico del procuratore dei minori Amalia Settineri è di stendere attorno a questa famiglia un cordone di riserbo assoluto, esteso anche ai parenti. «Anche per scansare la curiosità dei vicini o del portiere dello stabile», come spiega da magistrato, ma anche con spirito materno, il procuratore, pure lei colpita dalle parole del presidente della RepubblicaSergio Mattarella a Lampedusa con un indiretto richiamo allo jus soli: «La piccola Favour non può non essere considerata italiana». Condivide Amalia Settineri, ma se si parla di affido e non di adozione non è un caso, come spiega: «Noi abbiamo l’obbligo di attendere l’eventuale comparsa sulla scena di parenti della piccola Favour, a cominciare dal padre, se un padre c’è. Noi dobbiamo verificare il presupposto del cosiddetto stato di abbandono. Controllando eventuali soggetti che possono essere significativamente legati ala bimba. Come facciamo sempre. Adesso accendiamo i riflettori su questo caso che tutti commuove, ma per noi purtroppo sta diventando routine. L’anno scorso ne abbiamo avuti 5 arrivati dopo un naufragio da soli a Lampedusa. Accolti e allevati in un centro della provincia di Agrigento, siamo riusciti a farli ricongiungere con i genitori siriani trovati a Malta. Trovati attraverso l’esame del Dna…».
Centinaia di richieste per adottarla
Operazione che ben ricorda un‘ispettrice della questura di Agrigento, Maria Volpe, mamma e nonna, la stessa che restituì quei bimbi ai genitori in lacrime: «Ma la più piccola non voleva staccarsi da me, dopo mesi di coccole, e io non ci ho dormito la notte per il distacco». Il destino ha voluto che la stessa ispettrice si sia ritrovata fra le braccia Favour a Lampedusa per trasferirla in aereo dal Centro accoglienza alla prima casa-famiglia indicata dal tribunale che, dopo una settimana, ha scelto la vera famiglia con il professionista e la nuova mamma già legati a questa allegra creatura dai grandi occhi neri che tanti vorrebbero coccolare. Perché continuano ad arrivare centinaia di richieste per adottarla. Anche in questura dove Maria Volpe si occupa di minori. Anche nell’ufficio del sindaco di Lampedusa dove il direttore del Poliambulatorio, Piero Bartolo, protagonista del toccante film «Fuocoammare», era pure lui pronto ad adottare Favour.
di Felice Cavallaro – Fonte